Lavra di Univ della Dormizione della Madre di Dio dei monaci Studiti come centro di pellegrinaggio e di spiritualità della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina
- Єрм. Юстин Бойко, студит

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Reverendissimo Padre Rettore,
Egregi Professori,
Cari organizzatori,
Illustri partecipantidel convegnodi oggi!
Prima di entrare nel merito del tema della mia relazione, desidero esprimere di cuore la mia gratitudine al Pontificio Istituto Orientale per l’invito. Ringrazio in modo particolare p. Peter Dufka, con il quale sono stato in contatto diretto.

Devo confessare che ho preparato questa relazione al suono dei missili russi con i quali la Moscovia terrorizza quotidianamente l’Ucraina, e nelle condizioni di una prolungata assenza di elettricità. Tuttavia, il semplice fatto che sia riuscito a preparare la relazione e a venire a Roma per il convegno di oggi testimonia che l’Ucraina resiste, l’Ucraina combatte, l’Ucraina prega. Sono proprio queste parole del Capo e Padre della nostra Chiesa, Sua Beatitudine Sviatoslav, che ogni Ucraino ripete quasi quotidianamente!
Tema della mia relazione è la Lavra di Univ della Dormizionedella Madre di Dio dei monaci Studiti come centro di pellegrinaggio e di spiritualità della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina.

1. Introduzione
La Lavra di Univ della Dormizione è uno dei cinque monasteri che portano il titolo di «lavra» ed è, al tempo stesso, uno dei più antichi cenobi dell’Ucraina. Essa appartiene anche ai più dinamici centri spirituali dell’odierna Chiesa Greco-Cattolica Ucraina. La sua storia racchiude diversi livelli: monastero-fortezza della Rus’ di Kiev medievale, archimandria di Univ come uno dei principali centri della metropolia di Galizia, centro di cultura libraria con una propria tipografia, residenza metropolitana, luogo del rinnovato monachesimo studita e, infine, un potente centro di pellegrinaggio e di formazione spirituale dei fedeli laici.
Lo scopo della mia relazione è precisamente quello di presentare la Lavra di Univ come centro di pellegrinaggio e di spiritualità della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina nella prospettiva della continuità storica e dell’oggi.
2. Le principali fasi della storia della Lavra di Univ
2.1. Origini e storia antica (fine XIV – XVI secolo)
La prima menzione scritta sicura del monastero di Univ risale al 1395, quando il re Vladislao II Jagellone conferma i possedimenti del «monastero di Univ, universalmente noto». Tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo esso appare come una comunità fortificata della metropolia di Galizia, posta sulla frontiera di mondi politici e culturali diversi.
A metà del XVI secolo il monastero attraversa una profonda crisi: nel 1549 viene devastato dalle incursioni dei mongolo-tatari. A questo periodo è legata la nota leggenda della sorgente miracolosa: il nobile Oleksandr Van’ko Lahodovs’kyj (1525 – 27 gennaio 1574), gravemente malato alle gambe, secondo la tradizione riceve in una visione dalla Madre di Dio l’indicazione di una sorgente nei pressi delle rovine del monastero. Dopo aver bevuto quell’acqua, guarisce e ricostruisce il cenobio come fortezza in pietra, con mura e torri, collocando sopra la sorgente un’icona della Santissima Madre di Dio. Da allora la sorgente e l’icona diventano il cuore della primitiva devozione e dei pellegrinaggi a Univ.
2.2. Archimandria, tipografia e cultura libraria (XVII–XVIII secolo)
Tra XVII e XVIII secolo il monastero di Univ acquisisce lo status di archimandria, diventando il monastero-madre per una serie di comunità monastiche della Galizia. Questo periodo è caratterizzato da due tratti essenziali:
• autonomia e influenza:
l’archimandrita di Univ gode di diritti particolari all’interno del sistema della metropolia di Galizia; il monastero diventa un importante centro spirituale e amministrativo;
•cultura libraria:
dalla metà del XVII alla metà del XVIII secolo è attiva la tipografia di Univ, che pubblica libri liturgici e spirituali destinati a un ampio territorio della metropolia di Kiev. I cataloghi moderni degli antichi stampati mostrano che le edizioni di Univ circolavano ben oltre la comunità locale, costruendo l’autorità intellettuale del monastero.
In questo periodo si forma anche la biblioteca della Lavra di Univ: un corpus di antichi stampati e manoscritti che oggi costituisce un oggetto specifico di ricerca scientifica.
2.3. Riforme austriache e residenza metropolitana (fine XVIII – XIX secolo)
Dopo l’annessione della Galizia all’Impero asburgico, i monasteri subiscono le riforme giuseppine. Nel 1790 il monastero di Univ viene ufficialmente soppresso e la sua chiesa trasformata in una semplice chiesa parrocchiale. Tuttavia, già nel 1816 il metropolita e cardinale Mychajlo Levyc’kyj (1774–1858) riacquista i beni di Univ e ne fa il complesso della sua residenza estiva. Vi trascorre una parte significativa della sua vita e qui muore il 14 gennaio 1858. È proprio a Univ che viene sepolto: la sua tomba si trova nella cripta sotto la chiesa monastica.
Benché in quel periodo la comunità monastica venga a mancare, il luogo non perde il suo peso ecclesiale: Univ diventa un centro di governo della metropolia e un simbolo dell’episcopato galiziano.
2.4. Rinascita del monachesimo studita (inizio XX secolo)
A cavallo tra XIX e XX secolo il metropolita Andrey Šeptyc’kyj avvia una riforma della vita monastica e il rinnovamento del monachesimo orientale secondo la Regola (Tipico) studita. Nel 1898, partendo da due gruppi di giovani desiderosi di vivere una vita monastica piena, egli fonda la prima comunità di monaci Studiti. Nel 1906, a Sknyliv, presso Leopoli (L’viv), costruisce per loro il primo monastero, che riceve il nome di Lavra di Sknyliv di sant’Antonio delle Grotte secondo la Regola Studita; egli stesso ne diviene il primo archimandrita. A causa della Prima guerra mondiale (1914–1918) e della guerra polacco-ucraina (1918–1919), la Lavra di Sknyliv viene completamente distrutta.
Per questo, nel 1919 il metropolita affida ai monaci Studiti il monastero di Univ; igumeno ne diventa suo fratello carnale, Klymentij Šeptyc’kyj, oggi beato della Chiesa cattolica. Da allora la Lavra di Univ della Dormizione diviene il monastero-madre degli Studiti e una sorta di laboratorio del rinnovato monachesimo bizantino nella Chiesa Greco-Cattolica Ucraina.
Una data simbolica di questo periodo dello sviluppo del monastero di Univ è il 30 settembre 1917: proprio allora, a Univ, il metropolita Andrey ordina sacerdote il giovane teologo Josyf Slipyj. La sua prima Divina Liturgia ha luogo nella Lavra, e questo inserisce Univ nella biografia del futuro Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina.
Nel periodo tra le due guerre la comunità degli Studiti nella Lavra cresce, sviluppando l’ordine liturgico, le attività economiche, gli orfanotrofi, la catechesi dei giovani, l’opera editoriale e missionaria. Univ si afferma come uno dei centri spirituali della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina.
2.5. Occupazione sovietica e clandestinità della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina (1939–anni 1980)
Negli anni della prima occupazione sovietica e successivamente di quella tedesca, la Lavra di Univ diventa un luogo di salvezza per gli ebrei. L’archimandrita Klymentij, insieme alla comunità, nasconde nel monastero e nelle case ad esso collegate decine di bambini e adulti ebrei. Molte di queste storie sono documentate nelle testimonianze dei salvati; è proprio per questa opera che Klymentij Šeptyc’kyj è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni.
Con il ritorno del potere sovietico inizia la liquidazione sistematica della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina. Nel 1946 si tiene a Leopoli un cosiddetto «pseudo-sinodo», attraverso il quale il regime sovietico rende di fatto fuorilegge la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina e tenta di costringere con la forza i suoi fedeli e i suoi sacerdoti a confluire nel seno della Chiesa Ortodossa Russa, che ha collaborato stabilmente con il regime comunista.
Come conseguenza della soppressione sovietica della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, il monastero di Univ viene chiuso. Gli edifici monastici diventano dapprima una sorta di campo di concentramento per tutto il clero e il monachesimo della regione di Leopoli e, successivamente, vengono trasformati in un ospedale psiconeurologico femminile.
L’archimandrita Klymentij Šeptyc’kyj viene arrestato il 5 giugno 1947 nella sua cella della Lavra di Univ. In seguito è deportato, condannato a 25 anni di lavori forzati e muore in carcere a Vladimir-sulla-Kljaz’ma il 1° maggio 1951. Muore, peraltro, nella qualità di Esarca di Russia e della Siberia.
Nei decenni successivi la Lavra decade fisicamente, ma nella Chiesa clandestina Univ rimane un simbolo di fedeltà: la sua memoria sopravvive nella preghiera, nelle tradizioni orali, nelle celebrazioni segrete.
2.6. Restituzione della Lavra alla Chiesa e fase contemporanea (dal 1992)
Nel contesto del recupero dell’indipendenza dell’Ucraina e della legalizzazione della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, lo Stato restituisce il complesso di Univ alla Chiesa. A partire dal 1992 gli Studiti ritornano a vivere nella Lavra e, progressivamente, ricostituiscono la comunità, la vita liturgica e l’insieme architettonico. In un primo momento vi risiedono solo due monaci; dal 1993, dopo la completa chiusura dell’ospedale psiconeurologico, si stabilisce qui il noviziato.
Oggi la Lavra di Univ della Dormizione è una comunità monastica viva, che unisce la Regola studita con l’apertura ai pellegrini: il complesso monastico restaurato, il cimitero monastico ordinato, nuovi luoghi sacri (tra cui la chiesa dei beati Klymentij e Leon’tij sul «Monte dei Monaci»), spazi per esercizi spirituali destinati ai laici, la casa del pellegrino, il refettorio per i pellegrini, ecc.
3. Univ come centro di pellegrinaggio e polo fieristico
Fin dagli inizi Univ non è stato solo monastero, ma anche luogo di pellegrinaggio all’icona miracolosa della Madre di Dio e alla sorgente dalle acque considerate taumaturgiche. La festa centrale è quella della Dormizione della Madre di Dio (28 agosto), attorno alla quale si è sviluppata la tradizione del pellegrinaggio. In quel giorno i fedeli giungevano nella Lavra da varie parti della Galizia per pregare, ricevere i Sacramenti e attingere acqua benedetta dalla sorgente. Chi riceveva una grazia particolare lasciava come memoria doni votivi, ex voto.
Nel XIX secolo alla funzione spirituale si aggiunge un marcato profilo economico: le fonti attestano nel villaggio di Univ una grande fiera che si svolgeva ogni anno dal 24 al 31 agosto, cioè nell’ultima settimana prima della festa della Dormizione. Essa era una delle fiere più importanti della Galizia: vi giungevano mercanti da diverse regioni, si concludevano affari di pellicce, pelli, tabacco, si vendevano manufatti artigianali, libri, oggetti sacri.
In questo modo il pellegrinaggio e la fiera creavano uno spazio indivisibile: la gente veniva a Univ sia «per Dio» sia «per la gente». La geografia sacra ed economica era strettamente intrecciata; in una certa misura questo nesso si conserva ancora oggi, sebbene in forme mutate.
Nella Cronaca monastica è conservata una nota riguardante un episodio interessante e divertente accaduto nel 1938. Il proprietario locale di una taverna, di origine ebraica, scrisse unalettera di protesta indirizzato a p. Klymentij Šeptyc’kyj. Il motivo principale della lettera era che gli Studiti non onoravano a sufficienza la Santissima Madre di Dio: secondo lui, avrebbero dovuto organizzare almeno cinque feste all’anno in suo onore, mentre in realtà lo facevano solo una volta all’anno. È evidente che il taverniere traeva un grande profitto dalla fiera legata alla festa patronale della Lavra della Dormizione della Madre di Dio e che il suo interesse era meno la devozione mariana che il guadagno personale.
Dopo l’uscita della Chiesa dalla clandestinità e il ripristino della Lavra negli anni 1990, Univ recupera in modo molto rapido lo status di centro di pellegrinaggi.
Due dimensioni strutturano in modo particolare l’anno dei pellegrinaggi contemporanei:
• Il pellegrinaggio a piedi di agosto Leopoli–Univ per la festa della Dormizione della Madre di Dio viene ripreso nel periodo della ritrovata indipendenza dell’Ucraina.
Il primo pellegrinaggio organizzato da Leopoli a Univ parte nel 1992 dalla chiesa di san Michele Arcangelo a Leopoli. All’inizio si tratta di alcune centinaia di persone che percorrono in due giorni le strade di campagna fino alla Lavra. In seguito il pellegrinaggio si estende a tre giorni (25–27 agosto) e diventa realmente di massa. In alcuni anni si registrano più di millecinquecento pellegrini. È un «pellegrinaggio del popolo», nel quale camminano insieme persone di età, provenienza sociale e regioni dell’Ucraina diverse. A questo pellegrinaggio sono legato in modo particolare, poiché mi è capitato di organizzarne e guidarne l’itinerario quasi fin dall’inizio, dal 1994 al 2016.
• Il pellegrinaggio giovanile di maggio Leopoli–Univ per la festa dell’icona miracolosa della Madre di Dio di Univ (la terza domenica di maggio) ha un carattere marcatamente giovanile.
I suoi organizzatori sono l’Associazione degli Studenti Cattolici Ucraini «Obnova», la «Gioventù Ucraina per Cristo», i monaci Studiti e la pastorale universitaria. Dal 2010 questo pellegrinaggio ha un profilo chiaramente definito: viene fissato un tema-motto; il programma comprende catechesi, lavori di gruppo, confessioni, veglie di preghiera, Divina Liturgia comune. Proprio qui molti giovani sperimentano per la prima volta il pellegrinaggio come «esercizi spirituali in cammino».
È interessante notare che la struttura del pellegrinaggio di agosto può essere vista come l’erede spirituale delle fiere storiche: un tempo, nella settimana precedente la Dormizione, la gente si recava a Univ «con le merci»; oggi vi si va «con la preghiera», ma la logica della convocazione del popolo attorno alla Lavra nei giorni di agosto rimane.
3.1. Forme contemporanee di pellegrinaggio: dalla strada dei pellegrini all’online
Un tratto caratteristico degli ultimi anni è l’intreccio tra il pellegrinaggio tradizionale e i media moderni. Nel 2020, durante il periodo di lockdown, entrambi i pellegrinaggi – quello di maggio e quello di agosto – sono stati organizzati per la prima volta interamente online: preghiere, conferenze e Liturgie sono state trasmesse sulle pagine delle reti sociali di «Obnova» e della Lavra di Univ, in modo che i fedeli potessero partecipare da casa.
Si è così formato un ulteriore livello: il «pellegrinaggio virtuale», che non sostituisce il cammino fisico, ma permette di mantenere il legame spirituale con la Lavra in circostanze eccezionali (pandemia, malattia, ecc.).
Dal 2022, a causa della guerra che la Moscovia ha iniziato contro l’Ucraina il 24 febbraio, il formato dei pellegrinaggi è cambiato radicalmente. Le grandi processioni a piedi di maggio e agosto sono diventate impossibili a motivo della legge marziale; ugualmente impossibili sono divenute le veglie notturne a causa del coprifuoco, in vigore dalla mezzanotte alle 5 del mattino. Per questo, alla vigilia della festa dell’Icona della Madre di Dio di Univ in maggio o della Dormizione della Madre di Dio in agosto, i fedeli arrivano in forma organizzata o privata per partecipare al Grande Vespro con Litia e poi rientrano alle proprie case. Il giorno seguente, gli abitanti dei villaggi vicini vengono a piedi alla Divina Liturgia, mentre chi proviene da più lontano giunge con i mezzi di trasporto.
Il tempo di guerra ha messo in luce il profondo bisogno delle persone di incontrarsi e di partecipare a pellegrinaggi numerosi, nei quali non solo si prega, ma ci si incontra e ci si sostiene a vicenda in un periodo difficile.
4. Profilo spirituale della Lavra e contenuto teologico del pellegrinaggio
Il pellegrinaggio contemporaneo alla Lavra di Univ è anzitutto orientato verso la vita interna del monastero.
In primo luogo, esso è segnato dal ritmo liturgico determinato dalla Regola Studita: Mattutino (Orthros), Ore, Vespro, Compieta, Divina Liturgia, lettura ininterrotta del Salterio, ecc. Per il pellegrino questo significa entrare nel «tempo monastico»: anche una breve permanenza nella Lavra offre l’esperienza di una giornata misurata non dall’orario di lavoro, ma dal ciclo delle celebrazioni.
In secondo luogo, si tratta dell’ascesi del lavoro e della semplicità dell’ospitalità. Gli Studiti coniugano la preghiera con il lavoro manuale, con le attività economiche e agricole, con l’accoglienza degli ospiti. I pellegrini si confrontano con elementi molto concreti: uno stile di vita sobrio, una mensa semplice, la possibilità di aiutare la comunità. Il pellegrinaggio cessa di essere soltanto un «evento devozionale» e diventa un’iniziazione a uno stile di vita in cui «pregare e lavorare» non è uno slogan, ma una realtà quotidiana.
In terzo luogo, Univ è un luogo della memoria dei martiri e dei giusti. Qui convergono le figure del metropolita Andrey, del beato Klymentij, dei monaci studiti martiri, degli ebrei salvati, dei monaci della clandestinità. Il pellegrinaggio alla Lavra non significa solo incontro con un’architettura o con delle icone, ma con la memoria viva della Chiesa, incarnata in persone concrete ed eventi del XX secolo. Un luogo privilegiato di questa memoria è il cimitero monastico sul «Monte dei Monaci», dove sono sepolte tutte le generazioni di monaci che hanno portato la fatica del cammino monastico nella Lavra di Univ.
Infine, i pellegrinaggi a Univ hanno un marcato profilo pastorale e sociale. I pellegrinaggi giovanili di maggio formano una nuova generazione di laici; i pellegrinaggi popolari di agosto riuniscono generazioni e strati sociali diversi; gli esercizi spirituali nella Lavra sono luogo di accompagnamento spirituale per sacerdoti, consacrati, famiglie, militari, famiglie dei caduti. Univ diventa un laboratorio in cui la Chiesa cerca risposte a domande quali: come parlare il linguaggio del Vangelo all’uomo di una società post-totalitaria; come unire la preghiera con la responsabilità per l’Ucraina; come integrare l’esperienza della guerra, del trauma, dello sfollamento forzato in un cammino guidato da Dio.
I pellegrinaggi di maggio e di agosto, gli esercizi spirituali per i giovani, per le coppie, per i sacerdoti e i consacrati trasformano Univ in un laboratorio pastorale della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina. Vi si sperimentano modelli:
• come parlare ai giovani con il linguaggio della fede viva;
• come unire Liturgia, catechesi e fraternità comunitaria;
• come formare il senso di responsabilità per la società e per lo Stato (preghiera per i soldati, i prigionieri, i feriti, le famiglie dei caduti).
5. Conclusioni
Se guardiamo a Univ nella prospettiva di oltre sei secoli, non vediamo una somma casuale di episodi, ma una linea continua. Dalla pergamena reale del 1395 alla restituzione della Lavra alla Chiesa nel 1993, dalla leggenda della sorgente miracolosa al rinnovamento del monachesimo studita ad opera del metropolita Andrey, dalle fiere di agosto ai pellegrinaggi di agosto: vediamo forme diverse di una sola realtà, quella della Chiesa che vive, prega e cammina nella storia.
Univ mostra che il monastero non è un museo, ma un organismo vivo della Chiesa. Nella sua storia si rifrangono in modo concentrico i nodi principali della storia della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina.
Ciò che nel XIX secolo si esprimeva nella forma delle fiere e dei pellegrinaggi di indulgenza, oggi continua nelle forme dei pellegrinaggi giovanili e popolari, degli esercizi spirituali, degli incontri dei militari e delle loro famiglie, delle preghiere online. Ma il contenuto rimane lo stesso: attorno alla Lavra si crea uno spazio in cui le persone imparano a coniugare fede e lavoro, preghiera e responsabilità, pietà personale e memoria dei martiri.
In senso teologico, Univ può essere definita come una sorta di «icona» della Chiesa in cammino:
– una Chiesa che non fugge dalla storia, ma vi entra;
– una Chiesa che ricorda i suoi santi non solo nell’iconostasi, ma anche in luoghi e date concrete;
– una Chiesa che, attraverso il pellegrinaggio, insegna all’uomo a vedere la propria vita come un cammino in cui sorgente, croce, Liturgia e strada sono parti di un unico mistero.
In questo senso la Lavra di Univ non è soltanto un punto importante sulla mappa dei pellegrinaggi in Ucraina, ma anche un centro spirituale chiave della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, dove tradizione e contemporaneità, storia e preghiera si intrecciano in un’unica testimonianza.
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